Giuseppe Tartini - Guida
La Biblioteca del Conservatorio di musica “Giuseppe Tartini” di Trieste conserva alcuni oggetti, edizioni e manoscritti riguardanti il compositore piranese. Di tali materiali, alcuni sono noti come «cimeli tartiniani» non solo per la preziosità e per l’antichità, ma anche perché la loro proprietà è fatta risalire allo stesso Tartini: si tratta di alcuni elementi della montatura di un violino (1), due archi, una custodia di violino (7) di stoffa riportante le iniziali G T, un quadretto (8) che lo ritrae, una parrucca, un crocifisso (9). Ad essi è unita la maschera mortuaria (10) (racchiusa entro una scatola di cartone colorato). La Biblioteca conserva anche documenti che attestano l’autenticità degli oggetti, descrivendo i passaggi che essi subirono dalla morte di Giuseppe Tartini in Padova (26 febbraio 1770) sino alla donazione al Liceo Musicale “G. Tartini” di Trieste all’atto della sua fondazione (1903). Quando Tartini morì, la famiglia del suo allievo violinista Giulio Meneghini (1741-1824, suo successore dal 1765 alla guida degli strumentisti della basilica di S. Antonio di Padova), fece eseguire un calco in cera del suo volto, «per un prezzo esorbitante». Una testimonianza del 1807 attesta che egli possedeva «un celebre violino appartenente ad un tempo al Tartini, e da esso lui maneggiato, del pari che diverse autografe suonate, e la maschera pure originale del medesimo» (Antonio Neumayr, Illustrazione del Prato della Valle ). Quasi un secolo più tardi, nel 1903, la maschera mortuaria ricomparirà tra i cimeli triestini, donati dal privato cittadino Ettore Rampini al Liceo Musicale “G. Tartini” fondato in quell’anno. Egli stese una dichiarazione richiesta da un giornalista per un articolo apparso sul quotidiano L’Adriatico il 3 settembre 1902. Dal racconto, a tratti avvincente, risulta che la storia di questi cimeli è anche la storia di una serie di situazioni finanziarie disagiate, nella quale i vari possessori cedettero di volta in volta i materiali per poterne trarre qualche vantaggio economico. In questi passaggi si perse purtroppo il violino di Antonio Bagatella, contrassegnato «con iniziali segnate al bottone G ʘ T», venduto alla figlia del sig. Antonio Masi di Spresiano (Treviso). Nel 2007, grazie a una munifica donazione, si costituì presso il Conservatorio il Centro di documentazione e studi tartiniani “Bruno e Michèle Polli” , che negli anni arricchì le dotazioni della biblioteca acquisendo antiche edizioni a stampa e manoscritti di musiche e trattati tartiniani ed anche due scritti teorici autografi del compositore. I Cimeli tartiniani
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