Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

286 ma unicam en te abbisogna di tempo, e di quiete per maturare da sé stesso quanto ha perfettam en te capito; ed egualm en te abbisogna di un buon violino, che quando si possa avere per dodeci luigi, si avr a discret issi ma condizione. Io so, che la ecc ellen za v ost ra con somma benignit rispose all’altra mia, benché la disgrazia mia, e del sig no r Andrea abbia voluto, che le lettere si siano perdute. Perciò ringrazio umilissimam en te, e cordial- m en te la ecc ellen za v ost ra di tanta sua degnazione; e quando la di lei benignit avvisi al sommo grado di risponder a questa mia, io farò parte del favore di v ost ra ecc ellen za al sig no r Andrea, che sar in Roma, dove va ottimam en te raccomandato per ivi studiare da sé con tutta la sua quiete, e di dove in primavera ripassar qui in Padova per farmi sentire il suo profitto innanzi di ripartire costì. Spero, che si trovaremo tutti contenti, e distintam en te la ecc ellen za v ost ra, a cui il sig no r Andrea ed io avremo eterna obbligazione per la protezione, e favore prestato dalla ecc ellen za v ost ra al bisogno; e umiliandole i miei profond issi mi rispetti, mi rassegno con tutto l’ossequio di vostra eccellenza um ilissi mo devot issi mo obbl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 24 Agosto 1759 140. Tartini a Maddalena Lombardini Sirmen Padova li 5 Marzo 1760. Sig no ra Madalena mia stimatis si ma, finalmente quando a Dio è piaciuto mi sono sbrigato da quella grave occupazio- ne, che fin qui mi ha impedito di mantenerle la mia promessa, sebben anche troppo mi stava al cuore, perché di fatto m’afligeva la mancanza di tempo. Incominciamo adunque col nome di Dio per lettera, e se quanto qui espongo ella non intende abbastanza, mi scriva, e dimandi spiegazione di tutto ciò, che non intende. Il di lei esercizio, e studio principale deve esser l’arco in genere, cosiché ella se ne faccia padrona assoluta a qualunque uso o suonabile, o cantabile. Primo studio deve esser l’appoggio dell’arco sulla corda siffattamente leggiero, che il primo principio della voce, che si cava sia come un fiatto [ sic ], e non come una per- cossa sulla corda. Consiste in leggierezza di polso, e in prosseguir subito l’arcata, doppo l’appoggio legiero non v’è più pericolo d’asprezza, e crudezza. Di questo appoggio, così leggiero ella deve farsi padrona in qualunque sitto [ sic ] dell’arco, sia in mezzo, sia negli estremi, e deve esserne padrona coll’arcata in su, e coll’arcata in giù. Per far tutta la fatica in una sola volta s’incomincia dalla messa di voce sopra una corda vuota, per esempio

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=