Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

262 comprende i suoni espressi dai numeri 1 : 3 : 5 : 15, in cui gli due estremi che distano di quasi quattro ottave, non possono che di rado unirsi, dunque se si tolga il più acuto 15, gli altri tre 1 : 3 : 5 danno l’accordo chiamato duro, e se si tolga il più grave, gli tre re- stanti 3, 5, 15 danno l’accordo nominato molle. Sarebbe troppo lungo il riferir qui tutto ciò a che la considerazione di q ues ti esponenti mi ha condotto rispetto alla successione di più consonanze, dei generi di musica, dei modi, dei sistemi, le quali cose ho nel mio saggio diffusamente esposte, e che mi sembrano molto conformi alle regole del contrap- punto, quantunque molto lontano mi paja dal poter reccar perfezione a q ues ta scienza prattica, e che la p er fezione di q ues ta parte non si possa aspettare se non da un gran musico il quale degnar volesse q ues ti principii d’una particolar attenzione. L’eccellente osservazione del s igno r Tartini che due suoni che insieme siano prodotti e mantenuti vigorosi, producano un terzo suono più grave, cosi sensibile come se egli si toccasse in fatti, segue necessariam en te dai principii stabiliti. Parla egli molto a lungo di q ues to fenomeno armonico (pag ina 13) e seg uenti del- la sua opera: e la ragione si e che quando due suoni in una volta urtano l’orecchia, le loro vibrazioni s’incontrano, alquante volte, e riunitesi fanno una simile impressione, che se un terzo suono vi fosse le vibrazioni del quale fossero accordate con gl’incontri dei due primi. I due suoni facciano una quinta, oppure siano espressi dai numeri 2 e 3, e mentre il primo fa due vibrazioni l’altro ne faccia 3: poniamo un tempo in cui il primo faccia 200 vibrazioni, e l’altro 300, e se le due prime vibrazioni si sono incontrate una volta, lo stesso incontro 100 volte deve succedere nel dato tempo, e rappresentaranno q ues te un suono che fa 100 vibrazioni nel dato tempo, il quale corrisponderà al numero 1. Così due suoni espressi dai numeri 2 e 3 producono un terzo suono espresso dall’unità; e in generale due suoni espressi da due qualunque numeri producono un suono espresso da 1, o da un comun divisore dei due primi. Tutti gli esempii del s igno r Tartini sono congruenti con q ues ta conclusione; ed il suono prodotto secondo q ues ta regola non differisce dall’osservato dall’auttore che d’una o alcune ottave, la qual differenza non e sostanziale. Così, negligendo le ottave, la terza maggiore 4 : 5 produce il suono 1 che e di due ottave sotto il più grave termine 4; la terza minore 5 : 6 produce un suono che e di due ottave con una terza maggiore sotto il più grave 5, o semplicem en te d’una terza maggiore al di sotto. La quarta 3 : 4 produce un terzo suono 1, d’una quinta al di sotto del piu grave termine 3. La sesta minore 5 : 8 produce un suono 1 d’alcune ottave in- feriore al termine acuto 8, e la sesta maggiore 3 : 5 un 1, che e d’una quinta al di sotto del piu grave 3: Tutti gli altri esempi egualm en te bene procedono. Dunque la regola del s igno r Tartini p er trovare il basso, date essendo due note a q ues to riviene, che il basso contener deve un suono espresso da un commun divisore de’ numeri che esprimono i suoni dati. E certo non pertanto che la prattica di q ues to eccellente compositore sovente s’allontana da q ues ta regola, come veder si può negli esempii riportati nella fine del suo trattato: onde apparisce che il giudizio degli accordi ripeter si deve dai loro esponenti, come io ho di gi stabilito. Gli accordi che i musici appellano consonanze, sono tutti

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