Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
251 LETTERE E poiché ella tanto approva la via, in cui io mi son messo, mi farò anche lecito di aggiungere victorque virum volitare per ora . Ella continui ad amarmi, e a comporre di quelle sue sonate, che per la indicibile loro grazia e lindura ne fanno scordare i Corelli, e ricordar lo stile di Raffaello e del Petrarca. 110. Tartini a G.B. Martini È venuta finalm en te la ultima occasione di far capitare in mani di v ostr a riv eren za la presente senza valersi della posta. Questa mia è di troppa gelosia, e però per il ricapito la ho consegnata al nipote del sig no r d o n Antonio sacerdote cappuccino, e mio figlioz- zo, da cui le sar consegnata cost . Di v ostr a riv eren za poi non parlo: ella è sacerdote, è confessore, ed è per sé quella tal persona, a cui unicam en te io credo, e di cui unica- m en te fido nelle mie circostanze presenti. Le do dunque la sincera notizia del libro, che verr in pubblico non prima degli ultimi di giugno. Il contrappunto, di cui ivi tratto, e che apparisce il titolo, e la sostanza del libro, null’altro è in verit , se non il mezzo di termine, che io adopro per ottener il mio fine ben lontano dalla musica, e per coprir la mia intenzione, e nasconderla ad una compagnia intiera di uomini empj di niuna religione, che han fatto setta tra loro, che han cercato di condurmi in ogni modo nella loro empiet , e (trovatomi per grazia di Dio ben opposto ai loro sentimenti) che stanno in guardia oculatissima di me e delle cose mie tutte. Son dunque costretto di usare arte somma per deluderli, e produrre un giorno in pubblico quelle tali scoperte attinenti in precisione alla distruzione del materialismo delle quali da tal ceto di persone infinita- m en te si teme (ho avuto molte volte occasione di dispute feroci con uomini stimatissimi dal pubblico, e però hanno notizia in genere delle cose mie, e de’ miei disegni), e per le quali han preso tutti i posti, e adoprati tutti mezzi, acciò io non le faccia pubbliche. Io dunque li deludo col mezzo presente di questo libro, in cui ho inserito con arte somma que’ semi, e fondamenti che per nulla appariscono (e niuno se ne accorger certam en- te se non avvisato da me) ma che accordati una volta dal mondo dotto in quel senso stretto, e preciso, in cui appaiono e sono, mi basta, e me ne avanza per il mio intento. Dunque così essendo (e così le giuro ch’è veram en te) a v ostra r iverenza non faccia specie qualche espressione vantaggiosa e distinta, che trovar nel libro in favore di qualche persona. Così per forza devo operare per operare prudentem en te. Non facciano specie i salti, e i vacui, che trovar nelle regole del contrappunto; nulla a me di questo che non è per il mio fine. Insomma concepisca pure la cosa come gliela scrivo, e in tal senso, e aspetto la consideri. Avverta, che tanto le cose pratiche, quanto le dimostrative del pri- mo, secondo, e terzo capitolo rinchiudono il segreto. V ostr a riv eren za le vedr abbinate
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