Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

239 LETTERE risposto non aver essi tali ordini da v ostr a ecc ellen za, e le rate della riscossione del denaro di ragione di v ostr a ecc ellen za non cadere in tal tempo. Questo è niun male in risguardo mio verso v ostr a ecc ellen za, perché s’ella mi com m ette di spendere quanto ho al mondo, lo spendo tutto. Ma è male sommo in mio risguardo verso gli altri miei scolari, da quali ho ricevuto negli anni scorsi il danno di quasi mille ducati parte per denaro di mia forza speso per loro, parte per li miei onorari defraudati. Voglio poter giurare a tutti li scolari di non far in ciò differenza da uno all’altro, e però supplico v ostr a ecc ellen za di aiutarmi a mantener questo possesso, altrimenti son sicuro, che mi succede questo male anco in avvenire, perché ho alla mia scuola quattro scolari tedeschi, e da prencipi, e cavallieri te- deschi mi è venuto il male suddetto: non mai da cavallieri italiani, co’ quali posso giurare di non aver perduto mai nemeno un soldo. Scuopro a v ostr a ecc ellen za le mie piaghe, e bisogni, perché so a chi le scuopro. Ora io penso (giaché tale è stata la risposta avuta da sig no r Venturini) ch’essendo io de- bitore a cotesto mio cugino Salvator M ari a Tartini di zechini o quattordeci, o quindeci (poco più, poco meno), la ecc ellen za v ost ra glie li sborsi cost , e così io li avrò ricevuti qui da v ostr a ecc ellen za. Intanto vi sar tempo di dar a sig no ri Venturini quegli ordini precisi, che bisognano a que’ sig no ri, che dalla loro risposta rilevo cauti e diffidenti. Ma di ciò la ecc ellen za v ost ra non dia motto né cenno, perché alla v ostr a ecc ellen za, e a me basta, che ottenghiamo il nostro intento. Io qui terrò registro di qualunque spesa, e darò conto intiero, e minuto a v ostr a ecc ellen za di ogni cosa. La spesa cibaria del giova- ne consiste in soldi venti incirca, un giorno per l’altro, e qui è la minima, e miserabile, dove assolutam en te stiamo a peggior conditione di Venezia. Il suo alloggio (ch’è in casa del nostro parroco per som m a di lui gratia, come le scrissi) importa lire sedeci al mese, et ivi è mantenuto di lume per la sera, di fargli la cucina, e di tutta la biancaria. Nell’inverno, a cui siamo prossimi, per esser mantenuto di fuoco per scaldarsi, bisogna pagar a parte un zechino, e questo è costume universale. Vi sono poi le piccole, e mi- nute spese, di lavandaria, di scarpe, di acconcio, di barbiere, di corde da violino, di cui è sprovveduto affatto; e non sar indifferente la spesa necessaria del copista di musica per provederlo di ciò, che deve studiar; null’avendo con sé, se non poch issi mi concerti, credo sei soli. Io non mi stimo bene, ch’egli si copj, perché sinché scrive, non studia; e bisognar scriver molto. Io accenno a v ostr a ecc ellen za tutti questi bisogni in genere, e la prego sopra questi darmi la sua direttione e spiegarmi la sua intentione chiaram en te e risolutam en te, acciò posto l’ordine a tutto, non si abbia a pensare dallo scolare, e maestro, se non al proffitto. Vengo ad un’altra particolarit , e dalla confidenza, che mi prendo con v ostr a ec- c ellen za, deduca non mio ardire, ma per il contrario, la differenza, che io faccio da v ostr a ecc ellen za a tanti altri cavallieri miei padroni, a quali non la farei mai. Mi è stato fatto in casa da persona domestica un latrocinio di denaro, e non poco, e in circostanze per me fatali, senza speranza di riaver un soldo. In tal caso bisogna, che io pensi a far denaro di qualche capo di robba, che non mi sia necessaria. Tra le altre cose

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