Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

237 LETTERE e non le cose, e quando discende alla quantit , tratta la ragione per cui dev’esser quella tal quantit , e non il quanto. Siché per il vero esame bisogna mutar idea per forza, altri- menti è inutile; e quando vogliano aver la bont di proseguirlo, permettano pure, che io faccia le domande, come ho fatto in questa, e mi rispondano precisam en te, domandan- do spiegatione di ciò, che non intenderanno. Altra via nel caso nostro è impossibile, e si degnino di credermi una volta per sempre, perché la prova di un anno e mezza è più che sufficiente. La lettera è stata lungh issi ma, ma necessaria. La considerino attentam en te, e ve- dranno molti bisogni in una volta. Umilio ad ambidue li miei osseq uientissi mi rispetti, e sempre più mi rassegno di v ostr a riv eren za um ilissi mo devot issi mo obl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 22 settembre 1752 103. Tartini a G.B. Martini [fuori:] Al M o lto Rev eren do P ad re P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini M aest ro di Capella in S an Franc esc o di Bologna franca per Venezia [dentro:] M o lto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo, privo per tanto tempo di risposta, s’immagini v ostr a riv eren za quanto sia il mio travaglio. Dubito di qualche disgratia di salute; dubito di aver scritto qualche cosa, che offenda (certam en te senza mia intentione). Insomma qualunque dubbio mi venga, cer- tam en te mi è un travaglio. Ma purché e v ostr a riv eren za e lo stimat issi mo sig no r d otto r Balbi stiano bene di salute, che questa è finalm en te la mia premura principale, sia poi ciò ch’esser si voglia del rimanente, nulla infine significa. Ma v ostr a riv eren za deve cavarmi da questo travaglio, e in ogni modo o mi scriva, o mi faccia scrivere, perché chi ama assai, e stima assai, non può star così, come sto io presentem en te. Se ciò nasce dall’aver io voluto che per compir l’essame si cambi l’ordine intrapreso. Se in conseguenza v ostr a riv eren za, e l’ill ustrissi mo sig no r d otto r Balbi credano impossibile la riuscita, ciò in so- stanza non è male alcuno né per parte loro, né per parte mia. Per loro parte con somma bont , e pazienza (di che gli sarò certam en te obbligato finché vivo) han fatto quanto han potuto per favorirmi; e per intendermi hanno proposto quel metodo, che loro han

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