Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
236 in 1/2 sono eguali alle linee in piano del diametro diviso armonicam en te, e il terzo suono è una linea fisica sonora infallibilm en te eguale al semidiametro, formata da due circoli in piano, da due sfere in solido. Dato tal fondamento, è più ch’evidente la inseparabilit de’ due metodi, fisico e dimostrativo. Il rimanente (in tal modo dedotto) si dar in altra lettera, quando saranno cosum m ate le risposte alle domande, che io faccio in questa. Se si degnaranno rispondermi con la precisione, con cui io domando, vedranno, che a dritto filo andremo alla conclusione. Ma intanto loro mi oppongono difficolt sopra difficolt (mi perdonino) sem- pre in falso supposto, perché credono, che io voglia arrivare alla dimostratione della quadratura in forza di quantit , che si faccia nota per mezzo delle scienze comuni o geometriche, o numeriche, o se altre vi sono. Questo mi mortifica infinitam en te, perché il trattato è nelle loro mani per esser esaminato. Non si può esaminare senza legerlo. Se si è letto, e come non si è veduto o notato che io pretendo di quadrare il circolo senza l’assegnatione (confessata impossibile) della quantit di Ax figura XIII, e pretendo di quadrarlo in forza di ragione e non mai in forza di quantit ? Se da loro mi si opponesse, come sia possibile la notione di una ragione senza la notione de’ due termini componenti la ragione, questa difficolt sarebbe ragionevole, e precisa. Ma mi si oppone continuam en te ciò, che io non dico, ne ho mai sognato di dire: considerino qual effetto produca in me una tal cosa. Io mi dichiaro nel bel principio di quadrare il circolo in forza di una scienza presentem en te ignota. O io sono pazzo deviandomi dalla mia scienza alle comunem en te note per dedurre da queste il mio fondamento princi- pale (e ciò non faccio certam en te), o le oppositioni fattemi non han che fare col mio trattato. Si degnino riflettere, se finora si è mai fatta da loro una sola parola sopra l’uso, che io faccio e il modo con cui intendo le proportioni geom etri che discrete, con tutto ciò che da queste deduco. Epure questo è il mio fondamento principale per arrivare alla quadratura, e per dimostrare li due centri (figura XIII), dentro de’ quali sta occulta la tanto ricercata ragione. Questo è un punto talm en te principale, che lo dico il primo in raguaglio alla dimostratione, che decide di tutto. Mi dichiaro apertam en te nel trattato (e lo confermo presentem en te) che delle proportioni geom etri che discrete null’altro si sa che il puro materiale, ma che nemeno per sogno si sa la loro massima significatione. Me ne vaglio da principio a fine; le faccio inseparabili dal fisico (ch’è appunto la loro significatione, e in tal senso appartengono alla sola scienza fisico-arm oni ca), concludo con queste, e di ciò non si è parlato mai né pro, né contro. E pure qui sta la mia forza principale, e non vi vuol molta fatica a rilevare, che così è. Insomma fatto il conto di quanto è tra noi occorso in un anno e mezzo, trovo che se si eccettuino le spiegationi richieste, quali ho veduto anch’io esser state molte volte necessarie, sinora non ho sentito nemmen una obbiettione dedotta precisam en te dall’intrinseco del mio sistema: sono state tutte dedotte estrinsecamente dalle altre scien- ze note, quali per verit nulla han che fare con questa che io tratto, se non in quanto gli servono di misura, e scandaglio. La scienza fisico-arm oni ca tratta le ragioni delle cose,
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