Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

207 LETTERE premura unica e sola di scoprire la verit . Come dunque io son sicuro di loro, così siano ancor loro arcisicuri di me, che per gratia di Dio seben son pieno di difetti, il difetto di presunzione, vana gloria etc . non l’ho. Amo la verit violentem en te, e questa mi può più di tutto. Onde la prego, quanto si possa pregare gli uomini, di mandarmi la decisione qualunque sia; e solam en te non potendo la verit esser separata dalla ragione, mi facciano la carit di mandarmi la deci- sione accompagnata dalle ragioni, per le quali loro così decidono. La prego di umiliare li miei rispetti all’ill ustrissi mo sig no r d otto r Balbi, uniti alla presente mia supplica, come li umilio a v ostra r iverenza , e sempre più mi rassegno di v ostra p aternit molto rev eren da um ilissi mo devot issi mo obb ligatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 3 marzo 1752 89. Martini a G.B. Tartini Copia di lett er a scritta in Padova al sig nor Tartini M ol to ill ustr e sig nor e sig nor p ad rone col endissi mo, fortunatamente è qua giunto il sig nor dott or Balbi, che cordialmente la reve- risce in tempo di rispondere, come io fo all’ultima di v ostra s ignoria m olt o ill ustr e, a cui unitamente mi riporto nei sentimenti che seguono, spettanti alla sua degnissima disertazione, la quale ha la disgrazia di tutte le cose, la cui intelligenza dipende dalla correlazione di moltissimi principi, de’ quali più è giudice il senso, che la ragione. Gli è facile facilissimo il non peccare nell’esporli d’alcuna oscurit , massime per rapporto a chi la prima volta entra a riconoscerli, tra quali noi certamente siamo, cui giungono molte cose novissime, altre espresse con vocaboli, e termini ambigui, il significato de’ quali siccome è necessario a ben giudicar delle cose, così fa mestiere attenderne la dichiarazione. Senza questa non si può venire a quella definizione dell’affare, convene- vole alle sue brame, che consistono nel dirle con schiettezza cosa sentiamo del merito della mentovata disertazione. Il nostro sentimento deve essere, o affermativo, o negati- vo, o dubbio. Come mai se le idee non ci sian chiare? di qui è che l’ordinario venturo spediremo non solo quanto si è preparato spettante alle lettere passate, ma quanto in seguito da noi si rileva. Così procedendo avremo il processo pronto, per venire in ul- timo ad una sentenza per ogni parte meno al possibile incerta. Gli rendiamo grazie di quella docile disposizione, in cui la troviamo, senza la quale difficilmente noi avrem- mo potuto usare della naturale nostra sincerit a vantaggio di quella verit a cui tutti

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