Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
202 85. Tartini a G.B. Martini M o lto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo , ho pensato di non perder tempo nell’aspettar la risposta alla mia ultima, e con ragione, perché sono quasi certo (a cagione delle ricerche da me fatte) che la mia lettera scritta a v ostra r iverenza li 8 ottobre, continente la spiegatione ai sette capi di ricerca fattami nella sua che mi consegnò il sig no r d o n Antonio, è andata alla malora. Il diavolo far di tutto, perché questo affare non vada inanzi, perché appartiene alla maggior gloria di Dio, ma non vi riuscir . Ecco dunque di nuovo la spiegatione richiesta a sette capi suddetti, de’ quali glie ne mando copia fedele trascritta ad litteram dal di lei originale, ch’era incluso nella mia lettera perduta, ma che io avevo copiato per me. Se poi sar an- data perduta anco la seconda mia lettera, in cui le rispondevo sopra l’avertimento da ella datomi della notitia, che gi si aveva di questi altri suoni etc . etc . , comeché ciò appartie- ne più alla eruditione, che alla sostanza della cosa, non mi prendo premura di tornarle a scrivere di nuovo quanto ho scritto, sinché io non riceva sua lettera, che mi accerti lo smarrimento della seconda mia lettera, come quello della prima. Torno a dirle che, come io nello studio di questa scienza (studio di molti anni) ho provato cose sopranna- turali, così ora che si tratta questo affare alle strette, e v ostra r iverenza , e il venerat issi mo sig no r d otto r Balbi, et io ne provaremo dell’altre. Ma Iddio ci assister , e ne verremmo a buon fine. Animo dunque nel signore per qualunque cosa occorra, perché questa che si tratta, non è opera mia (io son un asino, e un peccatore); è di Dio, che infirma mundi eligit, ut fortia confundat. Mi accusi subito la ricevuta della presente, mentre umiliando a v ostra r iverenza , e all’ill ustrissi mo sig no r d otto r Balbi li miei osseq uiosissi mi rispetti, mi rassegno sempre più di v ostr a riv eren za um ilissi mo devot issi mo obbl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 19 novembre 1751 Volti carta, perché è meglio guadagnar tempo. Nella mia risposta alla datami avvertenza di esser noti questi altri tuoni etc . , io la ringratiavo di cuore (come faccio di nuovo) per la cordiale premura dell’essame rigoroso del mio trattato, si averte non solo alla sostanza, ma anco alla eruditione. Le promettevo (prometto di nuovo) di esser altrettanto rigoroso anch’io nell’esame giornaliero che faccio del mio trattato, in cui se trovarò qualch’errore, sarò il primo ad avertirla. Ma le pregavo (come le prego di nuovo) concedermi libert intiera di spie- garmi, e difendermi, se per sorte mi si ascrivesse ad errore quello che non è. Rispetto dunque alla datami avertenza non solo non vi è errore, per quanto appartiene al mio trattato, anzi la datami avertenza è un fondamento delle mie ragioni espresse nel trat-
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