Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

200 non solo può per ora capirne il peso né il venerat issi mo sig no r d otto r Balbi, né v ostra r iverenza ma non lo capisco abbastanza nemmen’io. L’affare presente è della ultima seriet , et è un grave sbaglio il considerarlo in superficie. È di necessit internarvisi quanto mai si può, e però sapendo io a mio costo questa necessit indispensabile, mi son posto, e mi pongo di nuovo nelle loro mani, sicuro di non poter sciegliere due uo- mini di loro migliori per testa e per cuore. Ma assolutam en te non bisogna perder tem- po in cos’estrinseche, abbastanza vi sar che fare, e che dire nell’esame intrinseco della propositione, per cui è fatto il trattato. Troppo di più avrei da dire con tal proposito, ma io stimo inutile tutto ciò, che non è addrizzato im m ediatam en te all’intento della cosa. Questo le raccomando sempre e poi sempre più. Ma perché vedo ben issi mo ciò che succede, devo raccomandargli efficacem en te un’altra cosa. Loro due son uomini (a raguaglio) di talento e spirito particolare. Con tuttociò si guardino nel caso presente da quel tal pregiudicio, da cui per altro è quasi impossibile difendersi. Loro sanno quali e quanti grand’uomini hanno trattato l’armonia, e han letto e veduto quanto da quelli si ha dedotto. Che ora salti fuori un sonatorello di violino, e che pretenda non solo di vedere e sapere ciò che non han veduto né saputo tali uomini, ma di più si vaglia dell’armonia per scoprire ciò, che non ha potuto per tanti secoli scoprire il dotto matematico mondo, questa è una cosa, che per quanto possa esser vera, non può esser mai verisimile. Per quanto vi è di più sacro le prego difendersi per ora da tal pregiudicio, e di porsi risolutam en te al vero esame. Il fine e la conclusione spiegar tutto, e si trovaranno content issi mi di aver speso il tempo non per una frivolezza, ma per la cosa più importan- te, che possa trattarsi tra noi uomini. Trovaranno (glie lo dico inanzi) ver issi ma la mia propositione, e con loro la trovar tutto il dotto mondo. Ma se Iddio per sua maggior gloria vuol adoprare una mascella d’asino (e son io) per confonder la superbia altrui, temeranno forse, che la mascella di asino non faccia l’effetto propostosi da Dio? Questa è la verit del caso presente. Loro, come ottimi christiani (così foss’io) vi pensino seria- m en te, giaché per gratia di Dio non son poi tanto scellerato, che voglia abusarmi del nome di Dio per autorizare una mia propositione. Umilio ad ambedue li miei osseq uio- sissi mi rispetti, e sempre più mi rassegno di v ost ra riv eren za um ilissi mo devot issi mo obb ligatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 5 novembre 1751

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