Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

195 LETTERE non può nè deve impedirmi un mio sommo infinito piacere, e lo lasci correre a suo tem- po. Intanto due cose devo dirle. Una è che abbiamo tutti ancora nelle orecchie il sig no r Raaf, come l’avremo in eterno nel cuore. L’altra è, che ho somma impatienta (e v ostra r iverenza se‘l può imaginare) di sentire il risultato dell’essame. È vero ver issi mo, che il mio desiderio principale si è di non aggravar più del dovere il nostro sig nor d otto r Balbi, e però gli scrissi (e lo confermo di nuovo) che facesse l’essame con tutto il suo comodo. Tuttavolta qualche cosa si può sapere anco inanzi il compimento: molto più, perché se vi fosse qualche intoppo o oppositione ho in pronto quanto bisogna per dilucidar la cosa ad evidenza geom etric a. Ma in tutto mi rimetto, e rassegnandole li miei osseq uiosissi mi rispetti, come faccio al sig no r d otto r Balbi, sig no r Bernachi, e sig no r Raaf, mi dico con tutto il rispetto di v ostra r iverenza um ilissi mo devot iss imo obl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padoa li 6 agosto 1751 79. Tartini a G.B. Martini M o lto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo, il datore della presente è monsieur Bertau dilettante di violino, e per mia fortuna mio scolare. Dico per mia fortuna, perché tra quante persone nobili io ho conosciuto, e servito, di questa mi pregio sopra tutte: non tanto per la di lui conditione distinta e per nascita e per fortune, quanto per le doti del di lui animo, che sono veram en te singolari. Egli nato in Lione viene cost a goder di Bologna per la seconda volta. Pensi v ostr a riv eren za a fargliela conoscere intimam en te, e a procurarli que’ piaceri e musicali, et eruditi, per li quali egli debba riccordarsi e di lei, e di me e di Bologna. Sappia di più, che la confidenza mia in cotesto signore è tanto grande, ch’egli è intieram en te conscio del secreto, che passa tra v ostra r iverenza , il sig no r d otto r Balbi, e me. Può dunque di- scorrerne secolui apertam en te con la stessa sicurezza, con cui trattiamo l’interesse tra noi. Le ho detto tutto, e da ciò comprenda, qual sia la mia premura per cotesto signore. V ostr a riv eren za dunque pensi seriam en te al bisogno, perché in rispetto a tal persona io non prego, ma voglio. La mia propositione è ardita assai, ma nel caso presente farei lo stesso con il primo monarca del mondo, se io avessi confidenza di potergli scrivere. Tocca dunque ad ella soffrire la propositione e accettarla: sicuro per altro, che se ne trovar content issi ma, e

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