Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

194 de’ gravi pregiudicj correnti. Intanto io mi riccordarò, sinché vivo, di tal uomo, e di tal musica, da cui ho ricevuto quella impressione, ch’è impossibile si dilegui mai più. V ostra r iverenza rassegni li miei rispetti al sig no r Bernacchi, 51 e gli dica, che quando egli non avesse tanti titoli fondamentali, quanti ne ha per esser tenuto il nostro santo padre, basta questo solo di aver fatto un tale allievo. Vengo ad un altro confidentiale. Io son dilettante di cioccolata buona e sana. Ma non fidandomi del mio gusto, mando a v ostra r iverenza per il sig no r Antonio una mostra in piccolo, perché facciano la prova in tre, ella, il sig no r d otto r Balbi, et il sig no r Antonio. Se v ostra r iverenza mi ama veram en te, mi scriver con ingenuit il comune sentimento di tal dose; e distintam en te se forse troppo amarella. Voglio che sia secondo il loro gusto, e non secondo il mio, giacché rispetto alle altre qualit son sicuro di ottima riuscita. Sar poi mia cura farla capitare cost a suo tempo, e in tal quantit , che ciascuno abbia la sua parte, et il sig no r Antonio l’abbia inanzi di partir per Livorno. V ostra r iverenza riccordi di non far meco cerimonie in questa occasione e circostanza, e si guardi bene di non intorbidarmi in modo alcuno questo piacere né per sé, né per gli altri due. Il sig no r d o n Antonio [nota di altra mano in calce: Vandini ] pieno anch’egli del piacere avuto le fa umi lissi ma riv eren za, et io sempre più mi rassegno di v ostr a p aternit m ol to rev eren da devot issi mo obb ligatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 18 luglio 1751 78. Tartini a G.B. Martini [fuori:] Al M o lto Rev eren do P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini M aest ro di Capella in S an Franc esc o di Bologna franca per Venezia [dentro:] Se ben v ostra r iverenza non mi ha risposto sopra il punto che mi preme- va, nondimeno ho avuto il mio intento per mezzo del nostro onorat issi mo, e virtuos issi- mo sig no r Raaf, che me l’aveva promesso, e mi ha mantenuto la parola. A lui dunque ne toccar qualche libra di più, e a v ostr a riv eren za di meno, perché la voglio penitentiare, se ben ella è confessore, et io non posso esser, se non penitente. Lasciando le burle, ella 51 Il castrato Antonio Maria Bernacchi (1685-1756) si ritirò dall’attivit teatrale nel 1738 e si stabilì a Bologna dove fondò una scuola di canto. Anton Raaff fu suo allievo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=