Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
193 LETTERE miei rispetti; obligationi, et ringratiamenti. La riv eren za v ostr a, che benignam en te assiste all’essame, seben il trattato è diretto nella sua finale fuori della musica prattica, trover nondimeno di tratto in tratto necessaria la sua presenza, e autorit per confermare le cose prattiche musicali di tratto in tratto accennate. Però la prego sempre più della sua assistenza sino al fine dell’essame. Qui poi abbiamo la consolatione di godere nel sig no r Antonio Raff l’inesto di due angeli, costume, e musica perfettissima nello stesso soggetto. Qui non è amato, è adorato e lo merita. Chi l’ha goduto sinora meno di tutti, son io, a cagione de’ miei soliti dolori, che mi hanno travagliato per un mese intiero, e non son affatto in sicuro. L’ho sentito al Santo, dove per una divotione ha cantato. Le confesso sinceram en te, di non aver inteso ancora un cantare di tal fatta. Sia benedetto idio, che ha conceduto tanto dono ad un uomo, e sia benedetto il maestro, che gli ha insegnato. Spero, che a momenti potrò promettermi delle mie gambe. Non lo abbandono più né di giorno, né di notte, e mi voglio satiare, se posso. Il sig no r d o n Antonio le fa um ilissi ma e cordial issi ma riv eren za, et io umiliandole li miei cordial issi mi rispetti, mi rassegno di v ostra p aternit m ol to rev eren da um ilissi mo devot issi mo obl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 2 luglio 1751 77. Tartini a G.B. Martini M o lto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo, io non ho parole, ne concetti sufficienti per dare ad intendere a v ostra riv eren za l’infinito, e mio, e comune piacere ricevuto dalla perfet tissi ma musica del sig no r Antonio. Per la mia parte ho ringratiato, e ringratio Iddio di trovarmi vivo, e in conseguenza di essermi assicurato, che il vero modo di cantare non è perduto ne’ tempi presenti (assai infelici in genere); anzi è ristabilito a perfettione in cotesto degn issi mo uomo, in cui non si sa dividere la virtù musicale dal costume, come due cose eccellenti in sommo grado. L’effetto realm en te seguito in comune si è, che in fine ad onta della partialit , e dell’impegno (cose inseparabili da teatri) si è confessata pubblicam en te la infinita diffe- renza, che vi è del modo di cantare del sig no r Raaf al modo di altro cantante, che pure ha sommo grido. Questo giudicio pubblico fa conoscer la verit , ma per me è una cosa ridicola da una parte e dispettosa dall’altra. Ridicola, perché si vuol far paragone fra l’oro e il piombo. Dispettosa, perché supposto tal paragone, mi pare impossibile, che non si debba conoscere la somma differenza in pochi momenti: segno evident issi mo
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