Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

190 [dentro:] chi mai avrebbe creduto, che v ost ra riv eren za, lo stimat issi mo sig no r d otto r Balbi, et io si dovessimo tra noi congiungere per la cosa più interessante di quante mai si possano trattare tra gli uomini? Questo è il caso in termini, e v ost ra riv eren za lo toccar tra poco con mano. Intanto io la ringratio a propositione della cosa per l’interesse, che si prende, e per la di lei ottima dispositione a favorirmi. Ora importa, che io sappia per di lei mezzo, e lo sappia con sollecitudine, quando il nostro amat issi mo, e stimat issi mo sig no r d otto r Balbi possa attendere a me: intendendo io assolutam en te, che quando ciò sia, immediatam en te mandarò cost il trattato 49 da esa- minarsi. Il raccomandare poi all’uno, ed all’altro il secreto, sar cosa affatto superflua quando il trattato (non voluminoso, ma per sé difficile) sar in loro mano, vedranno da per loro la importanza, e la conseguenza del secreto. Unito al sig no r d o n Antonio, le rassegno li nostri cordial issi mi rispetti, come faccio al sig no r dottor Balbi, e sempre più mi dico qual son veram en te di v ost ra riv eren za um ilissi mo devot issi mo obl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 2 aprile 1751 74. Tartini a P.B. Balbi Nella occasione presente io ricevo da v ostra s ignoria ill ustrissi ma la maggior gratia, che mi possa esser fatta da uomo vivente e l’assicuro non da galantuomo, ma da chri- stiano, che glie ne avrò eterna gratitudine e in questo mondo, pregando Iddio per ella, e nell’altro molto meglio, sperando nella misericordia di Dio di salvarmi. Nell’essame di questa propositione, che importa un trattato, ella abbia due cautele. Vada adaggio, e si prenda quanto comodo vuole, questa è una. L’altra è, che non si prenda (se vuole) premura alcuna sopra l’esperienze, e solam en te supposte vere le medesime, dica il suo parere, e sentenza sopra la propositione. Ella vedr essermi stata necessaria la spiegatione di molte cose perché io son persuaso (anzi convinto da prove fatte qui con uomini insi- gni) non cader le medesime sotto la intelligenza comune. Indi si è prolungato il trattato ma ho creduto ben fatto estrarre dal medesimo il transunto geom etri co annesso, acciò ad ella riesca più comodo l’essame. In ciò, che vi è bisogno di musica, si vaglia del nostro ben ignissi mo p ad re m aest ro Martini, a cui scrivo di nuovo per tal effetto. Se qualche cosa è da me confusam en te spiegata così ch’ella non l’intenda, si degni di scrivermi la 49 Il testo è riconducibile al manoscritto inedito Quadratura del circolo (cfr. Pucer, 1993: p. 110).

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