Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
188 porgerebbe ad ella le sue efficaci premure. Rifletta, che se ben io possa esser uomo in- vaso, non sono gi stati tali gli esaminatori. Rifletta al mio rispetto, veneratione e stima verso di ella. Non son capace di azzardarla. Bensì desidero sempre più la di lei maggior gloria, e forse non poca le può risultare da questa occasione. Agiunga finalmente che concepisco benissimo cosa sia impegnare un sovrano, e la concepisco in tutta la sua estensione! Se mi rimanesse una ben minima ombra di dubbio della verit della mia impresa, sarei incapace di tentarla per questa strada. Rifletta dunque a tutto, e con benigna sollecitudine mi risponda. Una cosa indovino: una, ch’ella avrebbe desiderato di sapereche verta precisa- mente la propositione separabile che voglio mandare costì all’esame. Ma questo no, le deve arrivare improvvisa affatto. Ho gusto, ch’ella resti sorpresa, et è mio interesse che il pregiudicio inevitabile, che deve risultare in chiunque dalla propositione enunciata, resti immediatamente distrutto dall’esame, e in conseguenza dalla verit fisica e demostrativa della medesima. L’altra cosa, che io indovino, si è ch’ella sopra questo affare avrebbe più che volentieri sentito il parere del nostro sig no r abate Bressani. Egli manca da Padova sino dalla met del mese passato, e non tornar che verso il fine del presente, nel di cui principio essendosi conclusa la diretione dell’affare in di lei mani, il sig no r abate nulla sa di questo, e nulla può sapere fino al suo ritorno. Le dico bensì che ne avr tale e tanta allegrezza che maggiore non ne avr mai avuta per qualunque proprio interesse. Egli è affatto interessato in questa mia impresa, e tanto le basti. Ella dunque rimarr nella im- patienza di ricever la propositione che io le voglio per ora occultare, et io non son meno impatiente di ricever la sua risposta. M’umilio e rassegno Del sig no r conte mio padrone e signore umilissimo devotissimo obbligatissimo servitore Giuseppe Tartini Padova, li 12 novembre 1750 Se ella vuol scrivere al ser enissi mo sopra questo affare, si ricordi di condolersi della morte del di lui fratello sig no r Giorgio seguita in Fiesso la notte degli otto del presente.
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