Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

187 LETTERE ardisci d’impegnare in questa tua pretesa scoperta un sovrano di tal fatta, e adoprar il mezzo del ser enissi mo, e mio, abusandoti forse incautamente dell’amore che abbiamo verso di te per il tuo violino, ch’è il vero et unico tuo mestiere? Tu altre volte me ne hai fatto cenno in voce, ma come non ti ho badato allora, molto meno ti badarò presentemente, perché ti amo (volendo conservarti quell’onore, che hai acquistato co’l violino, e che pazzamente perderesti in questa tua impresa spallata) ; e perché son savio a bastanza per non impegnare tali personaggi in una cosa, che porta seco espressa in fronte l’arditezza di chi la propone. Tutto vero, et ella, e qualunque uomo savio a prima vista deve così pensare, e rispondere. Ma comeché nel caso presente io null’altro voglio se non mandare in di lei mani questa parte separabile perché costì sia privatamente, secretamente e severamente esaminata, e perché sia presentata al sovrano, quando sia vero ciò che io pretendo di demostrare, è cosa chiara che in tal caso nulla si arrischia né dalla parte del sovrano, né del ser enissi mo, né di ella, né di me. La propositione consiste in quattro fogli incirca, onde l’essame non può importar molto tempo, se ben importa molta attenzione. Se la propositione è falsa, si straccia. S’è vera, è infallibilmente degna di cotesto monarca, et ella sar il primo a giudicarla tale. Ma sig no r conte mio veneratissimo, se questa è vera, è vera tutta la scienza; se vera tutta la scienza, a dispetto della presuntione della presente filosofia, e a dispetto de’ pregiudicij, che porta seco l’autore della sopra scoperta, suona- tor di violino, ignorante, etc. etc., bisogner concludere per forza fisica e demostrativa che non si sapeva a bastanza, e che in gratia di questa scienza si sapr molto di più. Con fondatissima speranza, che in forza della medesima finisca una volta la incertezza de’ sistemi e le pessime conseguenze che da questi derivano. Perché poi ella resti persuasa esser necessit prudentiale il non dover ommettere, e trasandar l’essame di questa mia propositione, sappia che le parti di questa scienza sono passate più volte sotto essame rigoroso con la cautela del secreto e con una mia parti- colare industria di divider l’essame fra molte persone, in modo che non avessero mai a traspirare conseguenze che risultano da tutto il sistema. Sono quasi dieci anni da che vi attendo, et il progresso è stato sempre accompagnato dall’esame. Non solamente non si è trovata mai falsit alcuna nell’esperienze, né parallogismo nelle dimostrationi, ma anzi, per il contrario, qualcheduno degli esaminatori di mente più perspicace ha prevenuto per forza fisica e demostrativa qualche conseguenza significante di quelle, che io voglio occultare alla pubblicazione della opera intiera. Questo è lo stato della cosa che propongo, e però da una parte è dovere di uomo savio sospendere il giudicio, e qualunque preventione verso l’autore e verso la cosa; e dall’altra è atto di prudenza fondata ricever la mia propositione, perché sia costì esami- nata a tutto rigore. Si tratta di troppo, si gno r conte mio padrone, e ardisco dire di più di quello si può pensare. Non si perda dunque la occasione et ella si degni di riflettere che il ser enissi mo è uomo affatto savio. Se non avesse una moral sicurezza della verit della mia impresa, non mi avrebbe certamente dato il comando di tal direttione, e non

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