Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

183 LETTERE mura in favorirmi, perché io le sia sempre più debitore. La supplico di far sapere al sig no r prencipe, che scielti da esso tra li sei concerti quelli due o tre, che più gli accomodino, se in questi trova nella essecutione de’ soli qualche difficolt , mi sia comunicata per lettera, in cui in note musicali sia indicata, et identicam en te espressa; perché (rimanendo tutte le altre parti, come sono) glie la cambiarò in molte maniere, cosiché gli riesca facile la esecutione. Io non ho potuto indovinare sino a quanto si stenda la di lui abilit , o per dir meglio il di lui esercitio sopra il violino. E però avendo io presa ne’ suddetti con- certi una misura ben discreta nella difficolt della esecutione, può darsi non ostante che qualche cosa riesca difficile a sua altezza. In tal caso il rimedio è il suggerito, e così in avvenire accertarò alla prima in quelle compositioni, che destinarò per il medesimo. Mi faccia dunque la gratia di farglielo sapere, e nello stesso tempo di confermargli, che la mia intentione si è di servirlo senza interesse alcuno di mie compositioni sinché io vivo, quando egli si degni di lasciarsi servire, come umilm en te lo supplico. Circa il giudicio nato costì dalle compositioni mandate per s ua m aest , et ella, et io avevamo debito di prevederlo. È impossibile scrivere la espressione; e se fosse possibile, non è possibile l’esseguirla da chi non la sente nel proprio animo. Intanto se vi è uomo obligato ad altro uomo, son io quello verso di ella. Piaccia a Dio, che il fatto mi dia occasione di farle conoscere la mia infinita gratitudine, ma dal di lei stato al mio vi è troppa lontananza. Mi conservi la sua prottetione, e sempre più mi umilio e rassegno del sig no r conte mio sig no re e p ad rone um ilissi mo devot issi mo obbligatissimo servitore Giuseppe Tartini Padova li 9 maggio 1750 69. Tartini a F. Algarotti Riflettendo io qualche volta al caso occorso delle mie composizioni sentite da sua maest , ma non eseguite da miei scolari; e considerando nello stesso tempo la disdetta di non essermi sinora riuscito di aver in cotesta corte un mio scolare, quando ne ho di famosi in molte corti di Europa (non ponendo io in conto il sig no r Graun, 46 che fu mio scolare per poco tempo, e in mia gioventù), mi viene la tentazione di sup- plicarla ella, mio benign issi mo padrone, acciò dato il buon punto insinui a sua maest che mandi qui alla mia scuola qualche giovane di abilit per essere istruito nel violino. Il fatto si è, che questa mia tentazione è troppo ragionevole, sì in riguardo a cotesto 46 Christoph Henzel, “Graun, Johann Gottlieb”, in Ng.

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