Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

182 vi pensi a trenta, o quaranta ongari, doppoché ho saputo dalla di lei benign issi ma, cosa mi destina per sei concerti. La seconda poi ha mille mezi termini et io penso, che quando il giovane vedr con chi è, e si assuefar a maggior mondo, si mutar di opinione, e col padrone ander a Roma benissimo, se vi sar il bisogno, e il caso. Ella dunque ordini questo affare con la solita sua prudenza, e bont : quanto far , sar ben fatto. Vengo di nuovo al mio interesse. Se veram en te sua altezza mi vuol riconoscere con tale generosit , io intendo di esser lasciato in libert di mandargli di tempo in tempo altri nuovi concerti e distintam en te quelli, che io sentirò essermi riusciti meno male e ciò senza veruno interesse di spesa, e ricognitione, avendo io abbastanza il mio vantaggio nella padronanza di sua altezza. Devo poi suplicar la bont del sig no r conte mio padrone, perché in tal occasione, e circostanza mi faccia un gran favore. Questo si è d’impiegare dodeci, o quattordeci ongari in tanta tela per camiscie, di prezzo di mezo fiorino il braccio in circa. La tela di Slesia è bassa assai, ma so esservene di alta cinque quarte (la comune in genere è quattro quarte e meza). Se si può aver l’altra, mi accomoda assai più; quando no, mi valer la comune. Proveduta che sia, vorrei poi averla in Italia, ma senza spesa di porto. Dipende dunque il favore, di cui la supplico, da qualche incontro particolare, che possa supplire al mio bisogno. Me le raccomando dunque, e soprattutto mi perdoni questa mia troppa confidenza. Le umilio li miei osseq uiosissi mi e cordial issi mi rispetti, e sempre più mi rassegno del sig no r conte mio padrone, e signore um ilissi mo devot issi mo obb ligatis simo servitore Giuseppe Tartini Padova li 12 marzo 1750 68. Tartini a F. Algarotti Ho sentito dalla di lei benign issi ma con mio piacere l’arrivo de’ sei concerti e tra- smissione a s ua a ltezza prencipe di Lobcovitz. Io veram en te ho supposto, che il prencipe sia costì, et indi dedotta la consequenza, che la generos issi ma ricognitione dovesse passar per di lei mano, la ho supplicata della consaputa provisione di tela. Però mi dispiace di aver fallato il supposto, perché vedo la consequenza in altro modo, e stante la cosa, com’è in fatti, innocentem en te e involontariam en te mi son preso seco lei troppa confi- denza. Me la perdoni, e volentieri, perché non ne ho colpa. La ringratio poi con tutto il cuore di quanto ha tentato con il sig no r prencipe per il mio scolare. Che sia, o non sia riuscito, non dipende da ella; e mi basta esser sicuro, come sono, della di lei cordial pre-

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