Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

181 LETTERE 67. Tartini a F. Algarotti Sig no r conte mio padrone, e signore, ecco li sei concerti, che per di lei mezo si è degnato, com m ettermi sua altezza il sig no r prencipe di Lobcovitz. Tre erano fatti di recente; altri tre sono fatti doppo la com m issione. Desidero d’incontrare il genio di sua altezza, a cui (umiliandomi profon- dam en te a suoi piedi) la supplico far sapere, che trovar due concerti facili: uno in Ffaut, l’altro in Gsolreut, che comincia in tempo ordinario e che la facile essecutione dipende dalla prattica della smanicatura a mezo manico, di cui io ne faccio tanto uso, che in me, e nella mia scuola è più natura, che arte. La mia delicatezza mi obbliga parim en ti fargli sapere, che ho occasione di dubitare che il copista mi abbia trafugato con doppia copia uno di questi sei concerti; et è quello in B mi, terza minore. 44 Non son sicuro, ma molto temo. Mi son espresso abbastanza col medesimo ma se lo ha trafugato, nulla giovar , perché l’animo è vile, et il bisogno è a proportione della miseria. Altrettanto ciò mi dispiace, quanto che è un concerto di un genio particolare, sopra cui avrò piacere di rilevare il giudicio, e sentimento di sua altezza; e prescindendo da un solo passo a doppia corda, sua altezza lo può esseguire con facilit . Ho avuto risposta dal mio scolare sig no r Pasqual Bini, quale è pront issi mo di ricevere il serviggio di sua altezza, quando gli vengano accordate due conditioni. Una è, che se deve venir cost , vuole in sua compagnia un suo fratello per il viaggio, e per tre, o quattro mesi di permanenza in coteste parti; sino che si assicura dell’effetto del clima nella di lui salute. Trovando il clima confacente, il fratello se ne ritorner a casa sua; tro- vando forza l’opposto, vuole ritornarsene in compagnia del fratello. L’altra conditione si è, che se mai sua altezza (ricevendolo a serviggio) lo conducesse seco in Italia, lo disobli- ghi dall’andar seco lui a Roma, dove il povero giovane ha avuto mille disastri di animo, e di corpo. Per tutta la Italia e per tutto il mondo si; in Roma no. Così il giovane mi ha scritto, e così fedelm en te io trascrivo. Il fatto sì è, che questo giovane non è di molta forza di spirito: ottimo e santo ne’ suoi costumi; maraviglioso nella sua professione, ma debole di spirito. Perseguitato in Roma doppo la morte di sua em inen za Acquaviva (fu suo padrone), ha appreso in tal modo la persecutione, che quasi è impazzito; e però si è absentato da Roma, rinuntiando alla fondat issi ma speranza di entrare tra poche setti- mane al serviggio del sig no r cardinale di Iorc 45 dalle di cui instanze per averlo al proprio serviggio, si difende con fatica, stando a casa sua e in patria, ch’è Pesaro. Questa è la origine della difficolt sua di farsi mai più vedere in Roma. A me pare, che le due condi- tioni proposte portino seco alcun ostacolo. Perché la prima null’altro aggiunge, se non qualche spesa maggiore a sua altezza nel ritorno del fratello. Credo, che sua altezza poco 44 Il concerto è identificabile con il D125, Concerto per violino e archi in Si minore . 45 Henry Stuart, cardinale di York (1725-1807).

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