Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
171 LETTERE scrivergli subito per servirlo in un suo bisogno. V ostra s ignoria ill ustrissi ma intanto mi conservi il suo amore, e padronanza; e perché lo faccia volentieri, si assicuri pure, che tra quanti senza proportione maggiori di me si preggiano di questo vantaggio, io, che lo merito meno di tutti, ma lo conosco egualm en te e forse meglio degli altri, me lo terrò certam en te più caro; e però sono e sarò sempre distintam en te quale mi rassegno di v ostra s ignoria ill ustrissi ma um ilissi mo dev otissi mo obb ligatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 6 ottobre 1746 55. Tartini a F. Algarotti Ill ustrissi mo sig no re sig no re e p ad rone col endissi mo, rispondo a v ostra s ignoria ill ustrissi ma da Venezia, dove ho domandato al sig no r maestro Hasse se ha ricevuto comissione da sua eccellenza il sig no r conte Rutowski 40 di ricevere e portar seco la consaputa cassetta. Egli mi ha risposto di non aver sinora rice- vutto ordine alcuno, ma che ricevendolo, e distintissimam en te da sua eccellenza, avr onore e debito di esseguirlo a costo di qualunque suo incomodo. Io dunque lascio qui in Venezia la cassetta, cosiché sia pronta a passar nelle mani del sig no r maestro, quando egli la ricchieda; e posdomani me ne torno a Padova ricco affatto, ma di robba altrui. Tuttavolta seben dovrò subito spogliarmi della non mia veste, niuno potr spogliarmi del merito di esser il primo, che l’abbia fatta vedere in Padova. E che tali compositioni, tali tesori devono giacere quasi nascosti? Ho meco la lettera di v ostra s ignoria ill ustrissi ma scritta al nostro seren issi mo, da lui stesso a me donata perché richiestagli violentem en te in copia di mano del di lui cameriere. Ci vuol poco, perché si sappia che io nulla so; e però giudice incompetente. Ma bisogna ben essere stupido affatto per non conoscere che questa sua compositione è una cosa divina. Gli uomini dotti vedranno tutte le sue bellezze infinite che io non vedo. Ma quanto io leggendola vedo e conosco, mi basta e mi avanza per restarne talm en te pieno e contento, che sinceram en te le confesso esser questa in precisione una delle poche cose che mi han sorpreso, e cagionato internam en te un certo moto da me non inteso mai perch’è di natura, non di studio; ma che lo provo sensibilm en te, quando la cagione pro- ducente è di tal forza, e sapore, come questa. Iddio la benedica, la mantenga, la prosperi 40 Frederick Augustus, Rutowsky (conte, 1702-1764).
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