Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
159 LETTERE 43. Tartini a [Silvestri?] Ill ustissi mo sig no re sig no re e p ad rone col endissi mo, nei casi estremi si ricorre a’ padroni di cuore e di testa. In mano del fattore di casa Bonacosa a’ confini ferraresi nella selva di Crespino vi sono due sporte. In una vi sono tre scaldini, nell’altra vi è una pezza di tela fin issi ma di sessanta braccia in circa, due cappelli, e un involtino in tela incerata, che contiene dieci braccia di lustrino di Firenze. Tutto ciò fu ivi mandato dalla sig no ra contessa Lolli, non avendo saputo o potuto in altro modo doppo tre mesi e più ch’era in di lei mani per essere mandato in Padova, o almeno dentro lo stato veneto. La tela, li cappelli e il lustrino è di mia com m issione, ma di mia ragione non vi è che il lustrino, per altro più pericoloso del rimanente. Il sig no r conte Decio Trento, 30 di cui è la tela, il sig no r Francesco di lui fratello, e il sig no r kav alie r Bortolo Selvatico, di cui sono i cappelli, mi han addossato l’incarico di compir l’impresa, e di far venire questa robba in Padova. Io che distintam en te devo tutto al sig no r conte Decio, gli ho prommesso di far il possibile senza dirgli il modo. Ho libert di spendere quanto bisogna per questo effetto, e ho vera premura di servir il padrone. Ecco dunque umiliato il mio bisogno e la mia premura a v ostra s ignoria ill ustrissi ma ch’è il solo, su cui posso fondarmi e per la infinita bont che ha per me, e per cauta direzione dell’af- fare. So ben issi mo che la mia suplica è ardit issi ma e meritarebbe più castigo che grazia. Compatisca v ostra s ignoria ill ustrissi ma per questa sol volta il mio impegno, ch’è corso avanti di ben ponderarlo. Se il lustrino è di troppa gelosia, sia cavato dalla sporta, e posto in saccoccia, o in altro luoco, giacché il volume è ben piccolo. La carta qui inclusa è ne- cessaria per esser presentata al fattore, senza di cui ha ordine di non consegnare la robba a chi si sia. Mi perdoni, e mi faccia questa carit , e umiliandole li miei osseq uiosissi mi rispetti, mi rassegno di v ostra s ignoria ill ustrissi ma um ilissi mo dev otissi mo obb ligatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 17 agosto 1744 30 Il conte Decio Agostino Trento era dilettante di musica e studiò con Tartini. Finanziò la stampa del Trattato di musica secondo la vera scienza dell’armonia nel 1754.
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