Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

155 LETTERE è incompatibile con qualsisia altra modificazione di vita. È impossibile dunque che io possa modificarmi in altro modo, com’è impossibile lo snaturalizarsi. Per altro sappia la ecc ellen za v ost ra esser difficil issi mo nel punto presente potersi trovare altro uomo più bisognoso di me di esser attualm en te in Londra, non per la musica né per il mio magro violino, ma per un altro ben importante interesse da trattarsi con l’Accademia reale. È primariam en te difficil cosa che io abbia altr’uomo superiore nella stima, venerazione, e rispetto verso li signori inglesi, anteposti da me col fatto a qualsisia altra nazione per giudicio, che da loro soli attenderò di una mia scoperta. E pure con tutte queste verit , e con l’aggiunta important issi ma della interposizione della ecc ellen za v ost ra, son costretto rifiutare un invito di onore e utile in genere, e d’infinito mio genio e comodit in specie. Ecco dunque il mio cuore aperto intieram en te alla ecc ellen za v ost ra, com’è il mio debito, e debito molto maggiore in questa occasione, in cui vedo qual benign issi mo e cordial is- si mo padrone io mi abbia nella ecc ellen za v ost ra, a cui umiliando li miei profond issi mi rispetti, mi rassegno sempre più di v ost ra ecc ellen za um ilissi mo devot issi mo obbl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 18 gennaro 1744 40. Gian Rinaldo Carli a Tartini Non prima d’ora ho risposto alla cortese lettera vostra de’ 19 giugno prossimo passato, perché non prima d’ora ho avuto la ultimazione del noto affare tra la vostra casa di Pirano ed il conte Orazio Fini, come dalle accluse carte bastantemente vi sar mani- festo. Ai primi di novembre io sarò in Padova, e col piacere di abbracciarvi avrò il con- tento ancora di gustare, come mi farete sperare, qualche sonatina secondo il mio gusto: frattanto v’invio tutte quelle osservazioni, che mi avete obbligato estendere sulla musica, e che io non posso negare alla vostra amicizia. Le ho scritte secondo le idee che mi si sono presentate alla mente, ma le ho dirette a voi, e parlando con voi ho preteso da me- ritarmi un diritto di più sulla vostra indulgenza. Gli argomenti delle nostre amichevoli contestazioni hanno dato occasione alla presente mia cicalata; ma io non avrei ardito di porla sotto a’ vostri occhi, se voi non mi aveste stimolato, ed in certa giusa violentato a mandarvela. E come avrei potuto osare parlar di musica al maestro dell’arte? che ha formato una nuova scuola, e che con indefesso studio ed accorgimento ha penetrato nei più occulti misteri dell’antica e moderna musica?

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