Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

150 [dentro:] Mi trovo in necessit di dover scrivere a v ostra s ignoria ill ustrissi ma e notificarle qualche cosa di particolare e significante. Ciò importarebbe, che o io potessi venir costì, o v ostra s ignoria ill ustrissi ma qui. Per la mia parte non occorre pensarci, e altrettanto dubito per la sua, e con più raggione, perché lei è uomo di altre conseguenze di quello [che] sia un segator di violino, e perciò molto più legato alle sue occupazioni. In tal caso le scrivo per saper almeno cosa io possa sperare, e come debba regolarmi; in che mi rapporto totalm en te al suo consiglio, e mi pongo intieram en te nelle sue mani, sicuro di appoggiarmi ottimam en te perché gi altre volte ho avuto la fortuna di farne la prova. Condotto a mano dalla mia fortunata semplicit di pensare, aiutato infinita- m en te dalla scienza armonica, in cui sinora niun uomo grande si è degnato internar- si, sebben in essa solam en te vi è la chiave della natura, ho scoperto molti fenomeni e fisiche demostrazioni, dalle quali illuminato, e dalla musica portato nella natura fisica universale, ho veduto chiaram en te la soluzione di tutte quelle difficolt , che si- nora sono insolubili appresso li matematici; e sono tutte le incomensurabili riddotte mensurabili a misura com m une, siano le diagonali, sia la quadratura del circolo; la legge de’ gravi, forze, resistenza etc . La natura del continuo, la natura de’ centri, e in una parola sola la misura dell’uno come uno: cosa che pare contraddittoria, ma ch’è vera ver issi ma perché si tratta di demostrazioni, e di prove fisiche. Tuttociò procede dalla scoperta di un fallo evident issi mo, ne’ primi elementi matematici, creduto sinora verit incontrastabile, e fallo di tal rimarco, che niente più. È fallata la progressione geometrica. Questo le basti per conoscer la importanza del fallo. La vera progressione geometrica è tutt’altro, e in questa vi è il scioglimento di tutte le accennate difficolt , con questo di più, che vi sono infiniti altri corollarj di eguale, e maggior importanza, ma questo non è peso per le mie spalle. Dubitando io per la mia ignoranza di qualche parallogismo, ho confidato la scoperta a due uomini dotti miei p ad roni, e di buona legge; essaminata, si è trovato vero il tutto. Ma io ho bisogno in tal caso di un uomo assai più dotto ancora delli due suddetti, e d’intiera fede. Questo tale per me non può esser che v ostra s ignoria ill ustrissi ma. Ho servitù col Polleni, con l’ab a te Conti, col Riva, col Riccati, col Suzzi, ma niuno di questi per altro eccellentissimi fa per me. Dippiù ho fatto un altro passo. Ho propposto tale scoperta all’Accademia reale di Parigi, se mi sar dato premio conveniente. Attendo la risposta in breve, ma allora sarò imbrogliat issi mo, perché non sapendo io li termini delle scienze matematiche, non saprò spiegarmi se non a modo mio. È vero, che tutte queste scoperte devono esser addattate a problemi fisici, e qui io mi perdo, e nulla so, sebben son sicuro della verit dell’addattazione. Cosa dunque mi dice v ostra s ignoria ill ustrissi ma in tal caso? Potrebbe mai essere, che la solita sua devozione a s an Antonio ricevesse uno stimolo efficace da quanto le scrivo, perché lei se ne venisse qui per otto o dieci giorni, dove sarebbe accolto in casa del sig no r d o n Antonio Vandini, et ivi di tutto intieram en te servito? Io starò impazientem en te

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=