Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
147 LETTERE 31. Tartini a G.B. Martini [fuori:] Al M o lto Rev eren do P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini M aest ro di Capella in S an Franc esc o di Bologna [dentro:] M olt o rev erend o p ad re p adr one col endissim o, se ne viene costì il nostro sig no r Paolino per rimediare, credo io, a quel disordine con la viva voce, a cui non ha potuto rimediar per lettera. La verit si è, che quando non vi sia posto rimedio è infallibile che lo studio pati- sce, e a quest’ora il giovane sarebbe a molto miglior termine di quello [che] è, perché il vero studio è inimico di ogni fastidio, e sollecitudine. Il giovane è sensitivo molto, e gi ho fatto sin ora molte volte la prova che quando egli è sprovveduto di denaro, e perciò obbligato a cercarne in prestito, per tutto quel tempo o non si studia o si studia senza profitto. Faccia dunque v ostra r iverenza il conto, quante volte ciò gli sia succeduto, e da ciò il danno che è venuto, e che verr sempre se non vi si rimedia. Sappia che questo è il terzo caso succedutomi, per cui ho evidentem en te provato, che in certi temperamenti la mancanza del denaro a tempo debito è male mortale. Io son in obligo di dirle la verit , onde le serva di regola, per aiutar come si deve il giovane, acciò ottenga il suo intento. E dippiù perché non venga mai creduto che io procuri più il danaro per me che per il giovane, le dico, che la premura consiste non nel denaro del mio onorario, ma in quello della sua dozzina e per questo solam en te io le scrivo, nulla importandomi del mio. Un’altra cosa di molta importanza devo dirle. Ho veduto con li miei occhi una lettera del sig no r Girolamo Laurenti 24 scritta a Padova al sig no r Giuseppe Passarini, 25 in cui il medemo dice che si aspetta costì in Bologna nella persona del sig no r Paolino un oracolo, un prodiggio, etc. V ostra r iverenza intender facilm en te questa maniera di scrivere, onde la prego per quanto gli preme il giovane e la comune reputazione, di non farlo sentire a suonare a chi si sia, niuno eccettuato, fuorché sua eccellenza padrone, e v ostra r iverenza . Faccia in ciò a mio modo, perché so che così va fatto, né ora è il tempo di farlo sentire. Verr tempo se a Dio piace, e per il Santo dell’anno venturo spero che il giovane sar a segno, purché sia posto sicuro rimedio intorno a quel male che intorbida 24 Probabilmente Girolamo Nicolò Laurenti (1678-1751), figlio di Bartolomeo Girolamo, come lui violinista e compositore. Cfr. R. Eitner, “Laurenti, Nicolò Girolamo”, in Ng. 25 Potrebbe essere il violinista Giuseppe Passarini (o Passerini), voluto in Russia dal compositore Francesco Araja nel 1742 insieme ad altri artisti italiani (il cantante L. Saletti, i violinisti T. Porta e A. Vaccari, l’oboista Stazzi, il librettista G. Bonechi, il decoratore di scene G. Valeriani e il maestro del balletto A. Rinaldi con la moglie Antonina) per rimpolpare l’organico del Teatro Imperiale di San Pietroburgo. Cfr. Giust, 2014: p. 107.
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