Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

130 12. Tartini a G.B. Martini [fuori:] Al M o lto Rev eren do P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini Mi no re Conv entua le, Bologna Franca per Venezia [dentro:] M o lto rev eren do p ad rone col endissi mo, non ho voluto rispondere a v ostra r iverenza se non doppo aver ricevuto l’orato- rio consaputo per cui et io e quanti sono in ciò interessati glie ne rendiamo viv issim e e distint issi me grazie. Comandi, se le ho da mandar l’indice per la posta, oppure con l’oratorio quando gli si rimander indietro, e ciò per non darle spesa alcuna. Se qualche spesa ha avuto nel mandar l’oratorio, abbia la bont di scrivermelo come cosa affatto necessaria. Per ora non dico altro riservandomi ad un’altra posta scriverle più a lungo giacché oggi ho troppa fretta, mentre bacciandole riverentem en te le mani mi protesto e sempre più di v ostra p aternità m ol to reve rend a devot issi mo obbl igatissi mo affe zionatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padoa li 12 febraro 1737 13. Tartini a G.B. Martini M o lto rev eren do p ad rone col endissi mo, ho ricevuto nella di lei a me car issi ma lettera li comandi dell’illustrissimo sig no r conte Cornelio Pepoli: 16 comandi troppo preggievoli, di mia fortuna, e di mio onore. Sicché non vi è da discorrere, se io abbia o no di obedire, perché si suppone. Vi è però molto da discorrere del modo e del tempo. Io avrò in quest’anno da insegnare a nove scolari: cosa, che mi confonde affatto, perché quando ne ho avuti quattro o cinque, sono stato il più imbrogliato uomo del mondo. Vengono, o per dir meglio, sono venuti la maggior parte, insalutato ospite, e ben da lontano, cosicché non si può rimandarli a casa, e sono servitori di prencipi. Io farò quanto potrò per fare il mio debito, ma son sicuro che no‘l potrò fare, perché sono 16 Scrittore bolognese (1708-1777). Cfr. ad esempio Fantuzzi, 1784: p. 367.

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