Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
126 uno indicano il numero corrispondente delle vibrazioni contemporanee. Concludono da ciò i geometri, che ad avere l’ottava accuta si ricerca tal mutazione nel corpo sonoro percosso, che ecciti nell’aria (mezzo per cui passano all’orecchio i suoni) pari corrispon- dente numero di vibrazioni. Lo stesso accade ai corpi sonori e nominatamente alle due corde, se le vorremo accordare in quinta. Sar mestiere che l’una sia due terzi dell’altra; e questa dar due vibrazioni nel tempo, che l’altra ne dar tre. Il maggior numero di vi- brazioni servendo sempre al suono più accuto. Ciò posto se v ostra s ignoria mo lt o i llustr e cerchi da un fisico il come s’abbia lo stesso suono maggiore e minore, che volgarmente dicesi picciolo e grande, piano e forte, risponder tosto questi, dipendere la grandezza e piccolezza del suono dall’ampiezza, o ristrettezza dell’onde, che figurano formate, sicco- me dal sasso gettato nell’aqua [ sic ] quieta, così dal suono del corpo sonoro nell’aria. Per altro l’accuttezza e gravit del suono, vale a dire il vario tuono dei suoni dipender in tutto dal certo numero delle lor vibrazioni; durante il quale resta sempre lo stesso stessis- simo accordo de’ suoni vari in accuttezza. Se questa dottrina si trasporti al caso nostro, e massime a quell’onde circolari, le quali esprimono secondo v ostra s ignoria m olto ill ustr e i tre noti suoni prodotti dal ingegnoso suo sperimento, ed espressi dalle linee rette nel circolo, che mosse, produr le ponno [il testo si interrompe qui senza lacerazioni e nel corpo della pagina] 8. Tartini a G.B. Martini [fuori:]Al M o lto Rev eren do P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini M aest ro di Capella in S an Franc esc o di Bologna con un pacchetto [dentro:] Molto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo, rimando a v ostra p aternità molto rev eren da la dottissima di lei disertazione a di- fesa sopra il canone dell’Animuccia. 11 V ostra r iverenza ha tanta ragione, che quasi è vergogna il metterlo in disputa: dico quasi, perché non voglio pregiudicare al proffitto, che dalla medema si cava di mille altre belle cognizioni, ed erudizioni alla medema cosa appartenenti. Io non mi pongo in riga né di giudice, né di critico, perché son lontano affatto dall’esserne capace; e solam en te mi consolo di aver veduto in questa occasione, come si dovrebbe studiare: gloria per v ostra r iverenza e vergogna per me. La ringrazio 11 Sulle questioni relative alla risoluzione del canone di Giovanni Animuccia cfr. Busi, 1891: pp. 433‑438 e Parisini, 1896: pp. 55-58.
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