Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
125 LETTERE non come mie, ma come sue, ella è padrone, né io devo ne posso impedirglielo. ma ciò che io non posso permettere, si è ch’ella mi faccia comparire appresso uomini così dotti, e così distinti per uomo di pretensione, di scoperte nuove, di correzione alla scuola moder- na, e cose simili. Dio me ne liberi, sono affatto lontano dal far questa figura, e anzi non cerco altro che imparare dagli altri. Questo le serva di regola, e di suplica vivissima acciò non permetta che si creda di me ciò che infatti non è, né sar mai. Intanto le rassegno li miei um ilissi mi rispetti, e mi prottesto sempre più di v ostra p aternità m o lto rev eren da devot issi mo obl igatissi mo um ilissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 31 marzo 1731 7. G.B. Martini a Tartini Molto ill ustr e sig nore sig nor p ad ron col endissi mo, l’avere v ostra s ignoria m olto ill ustr e fatto il favore di rispondere ai nostri quesiti, ci da il campo di premettere alle reppliche un altro, a mio giudizio, importante primo quesito il quale eccitter altre di lei riflessioni. Sapr , non v’ha dubbio, che i nostri fisici sono affatto concordi sopra non solo il suono in genere, ma in ispecie sopra i tuoni, rispetto allo stabilire in che consistano; cioè che mutazione si ricerchi nel corpo sonoro, e quindi nell’aria affinché amendue possano servire al risvegliare l’animo al sentimento del suono, e dei tuoni. Non v’ha discrepanza tra loro. Dicono richiedersi nel corpo sonoro una frequentissima vibrazione delle parti minime, purché elastiche, di cui vien composto, le quali vibrando l’aria, con pari energia e frequenza, ne scuottono parimen- te le menome elastiche particelle, com m unicando a queste pari vibrazioni. Il numero di queste vibrazioni dentro lo spazio d’un tempo determinato, è forza che anch’esso sia determinato, e però possa esprimersi con un numero noto. Osservano inoltre, che questo numero di vibrazioni eccitate ne’ corpi sonori, e nell’aria, corrisponde puntual- mente nelle stesse corde, massimamente mettalliche, posta la stessa loro grossezza, e tensione, corrisponde di si in qualche ragion rovescia alle loro lunghezze, la qual ragione si determina colle sperienze, ridducendola colla geometria al rigor delle leggi. Veggono dunque, che due corde pari in tutto, fuorché in lunghezza, se stieno per modo, che l’una sia doppia dell’altra, queste renderanno due suoni di tuono differente, la più breve dar l’ottava accuta della più lunga. Ma stanti le leggi dei corpi elastici arcisicurissime, la più breve fa due vibrazioni nel tempo medesimo, che la più longa fa una sola vibrazione. Di qui è, come ognun sa, che la proporzione di due ad uno esprime l’ottava; il qual due ed
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