Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
121 LETTERE nasce di necessit la serie del numero 1 � 2 � 3 � 4; cioè dupla, sesquialtera, e sesqui- terza. L’assioma è vero, e infallibile in qualsisia serie di proporzioni. Supposto tuttociò, è facile ad intendersi la divisione del monocordo. La corda del medemo è una; si segna col numero 1, e s’intende per l’unisono, quale non è né può esser consonanza; perché se la consonanza è proporzione di due suoni ineguali, non sar mai consonanza, né due suoni eguali, né un suono solo. Dall’1 per necessit si passa al 2, e vuol dire, che la corda 1 si divide in due parti, ciascheduna delle quali è in proporzione dupla con la corda intiera, cioè in ottava. Quelle due parti, perché sono eguali (essendo divisa la corda in due met ) sono tra loro unisone, non consonanti. La dupla dunque è la prima di tutte le consonanze per la raggione del 2 ch’è il numero primo doppo l’1. È ancora la maggiore di proporzione di tutte le susseguenti, perché vi è più distanza dall’1 al 2, che dal 2 al 3; cioè la met della corda è più di un terzo della suddetta corda. Perché sebbene la differenza dell’1 al 2 è uno, e del 2 a 3, e parim en ti uno, non perciò queste due differenze sono eguali, perché il primo 1 indica la met , e il secondo 1 indica un terzo, come vedremo subito. Dalla divisione della corda in due parti eguali si procede alla divisione delle medema in tre parti eguali per la raggione del 3, che succede al 2. Ogni una di queste tre parti è in proporzione sesquialtera, cioè di quinta, con la ottava di tutta la corda; e tra loro sono unisone, perché sono eguali. La intonazione di queste due proporzioni riddotta in prattica è questa. ? w w w 1 2 3 ottava quinta un terzo della corda la metà della corda il tutto della corda Dalla divisione della corda in tre parti si procede alla divisone della medema in quattro parti, come doppo il 3 succede il 4; e da questa divisione nasce la sesquiterza, cioè la quarta, confrontata però, e relata sempre all’ultimo termine che si è trovato, cioè al 3, che vuol dire al Gsolreut, dovendosi sempre confrontare il termine da trovarsi con l’ultimo termine trovato. Indi dal 4 si passa al 5, e si divide la corda in cinque parti egua- li, e nasce la sesquiquarta, cioè la 3za maggiore, confrontata al 4. Si procede con questa regola sino che si vuole, dividendo, e confrontando, e in questa maniera si scoprono gl’im m ensi errori, ne’ quali è involta la nostra povera musica sì nella privazione di molte consonanze, che non possiede, come nella intonazione di molte note, che sono affatto fuori del suo proprio tuono. Si trover in questo modo che la settima è consonanza, che la scala è priva di una nota, che la quarta nota della scala nostra com m une di terza maggiore, è fuori della sua intonazione, e perciò nasce il tritono con la settima nota della
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