Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

112 2. Tartini da Praga al fratello Domenico a Pirano [fuori:] All’Ill ustrissi mo Sig no re Sig no re P ad rone Col endissi mo Al Sig no r Domenico Tartini Pirano [dentro:] Praga li 10 agosto 1725 Sig nor fratello car issi mo, rispondo a due vostre, dalle quali ho inteso con mio estremo dolore le vostre mi- serie. Io non so più né che dire né che fare se non voltarmi a Dominidio, e pregando che aiuti tutti noi e aiuti me ancora niente meno bisognoso di voi altri, perché volendomi ostinare in riguardo di aiutarvi a star qui, dove l’aria e li cibi e le genti mi sono tanto contrarie, vedo evidentem en te che non posso vivere che per poco tempo e essendomi ridotto così pieno di malanni, che sono forzato a star sempre con li medicamenti in mano, e quello ch’è peggio, senza profitto. Se sono qui, non son buono né per voi né per me, onde son risolut issi mo tornar in Italia più presto che posso, perché fratello caro, la pelle preme più della borsa. Se Iddio mi avesse concesso salute, ero sicuro di liberarvi in pochi anni da tutte le vostre miserie; Dio non vuole per nostro castigo, non so cosa fare. E quello ch’è peggio, è che non vedo profitto alcuno del durare, perché me ne va tanto in medicine, che qui sono carissime, che è uno stupore e una piet che fa da piangere, perché non per questo sto meglio. Sicché io son forzato a tornar in Italia a mio dispetto. Se in Italia, dandomi Dio la salute di nuovo, come spero per il clima, io guadagnerò come posso farlo, state sicuro che non vi abbandonerò mai né voi, né le vostre creature, né li fratelli. Quello che vi raccomando fratello caro con le lacrime agl’occhi e col cuore su la penna è il timor di Dio, e il raccomandarsi a lui, perché son arrivato a toccar con le mani, che non vi è cos’alcuna di buono a questo mondo, se non lo star con Dio; e per il contrario, quando si sta in sua disgrazia, vengono addosso tutti li malanni da tutte le parti: peccati vecchi, penitenza nuova, ma è meglio che Dio ci castighi di qua che di l . Se noi tutti d’accordo, io per il primo, voi, il prete (ch’è stato uno scandalo pubblico) viveremo in grazia di Dio, e si raccomandaremo a lui di cuore, vedrete fratello caro, che tutto si mutar , e di questo ne son piucché sicuro, perché vedo chiaram en te che l’infer- mit mie mi sono mandate da Dio perché non vi possa aiutare, e forse perché ancora in casa nostra vi è qualche peccato in qualcheduno di noi: questo è quanto vi posso dire, mentre con dare un cordial issi mo abbraccio a [lacerazione] alla sig nor a madre, cognata, fratelli, sorelle, e nipoti resto vostro affe zionatissi mo fratello Giuseppe Tartini

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=