Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

111 LETTERE da non stentar in vecchiezza, se Iddio mi lascia arrivarvi, voglio ben ancor io riposare, e ritirarmi non certamente né a Venezia né a Padova, ma appresso voi altri che siete san- gue mio, per finir la mia vita, e lasciar li miei ossi in Pirano. Ora se dopo aver dato a voi tutto quel soldo che avessi guadagnato, e venendo io a Pirano mi succedesse una cosa simile, come ho detto di sopra, mettetevi nei miei panni, e considerate voi se fosse cosa da morir di passione. Non è cosa lontana dal succedere, perché io stesso domando a voi perché mi rispondiate se venendo mia moglie in Pirano mi possiate promettere e di voi stesso e di vostra moglie di non venir una volta o l’altra a questi cimenti, e di far restar me nello stesso tempo senza vesti, senza casa, senza patria e senza tetto, perché certa- mente da una volta in su queste parole, e questi sentimenti non sarebbero da me sentiti, e darei luoco im m ediatamente. Perdonatemi fratello caro io ho mille indizij da creder, che questo mi dovesse succedere, e se non da voi, che finalmente siete di buon cuore, da vostra moglie, che non è così certamente, e poi sono donne, ma il gran male è di quelle donne, che hanno tutto il dominio sopra i loro mariti, perché son sicuro sicuramente che se per disgrazia venissimo a questi casi, certo è che voi abbandonereste il fratello per la moglie. Posto che vi ho detto tutto questo, e che vi aggiungo, che dando a voi ogn’an- no questo denaro, perdo assolutamente il comodo di andare in Inghilterra, concludo che pensiate bene a i casi nostri, e che mi scriviate quello che ho da fare di queste due cose, o di star qui, o di andar in Inghilterra. Stando qui vi posso somministrare quattrocento ducati all’anno: andando in Inghilterra in tre anni posso aver al mio comando qualche bel soldo. Io farò tutto quello che vorrete sebbene vi supplico per me vi sono dei dubbi forti, e de’ pericoli molti; basta Dio che vede il mio cuore. Per nostro fratello Pietro tutto quello che posso fare presentemente finché concludiamo quello che abbia io da risolvere per questo viaggio o per star qui, e contribuir cento ducati; settantacinque ve ne sono in Padoa da riscuoter all’arca del Santo, per li quali ho dato ordine al Saratelli 4 mio amico che li riscuota, e li dia al medemo, quando vada in Padova, e venticinque farò sborsarli al mio corrispondente in Venezia che è il Antonelli stesso, che mi fa sapere né avervi risposto né mandata la mia lettera. Andando nostro fratello in Padoa, che si ricordi a non dir mai né che io sia salariato qui in Praga, né che voglia andare in Inghilterra, ma solo dica, che ho scritto a casa di voler tornar in Italia nell’estate ventura. Per il prete poi Iddio provveder , che per ora qui non vi è mezzo alcuno, né occasione alcuna. Intanto voi rispondetemi subito, salutatemi caramente tutti di casa e nostre sorelle e tutti gli pa- renti, e veri amici, mentre pregandovi in specie salutare la sig no ra madre e mia cognata resto con darvi un cordialis si mo abbraccio vostro affe zionatissi mo fratello Giuseppe Tartini 4 Giuseppe Saratelli (1714-1762), musicista veneziano. Per la biografia e un’esaustiva bibliografia su Saratelli cfr. Valder-Knechtges, 1984: pp. 111-114.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=